Dopo due anni di pandemia e nel cuore di una situazione di difficile sopportazione da parte di tutti gli operatori scolastici, occorre ritrovare e condividere con l’opinione pubblica una visione d’insieme del sistema formativo che ci consenta di riprendere il filo interrotto dei nostri sentimenti, dei nostri pensieri, delle nostre identità, a partire dalle domande e dai tentativi di risposta che il Dipartimento del nostro partito e l’Associazionismo scolastico avevano da anni formulato, rilanciando tematiche fondamentali messe in luce proprio dalla crisi che stiamo attraversando.
Sono temi in gran parte ben presenti nel Piano governativo emesso nel mese di maggio, ma che abbisognano oggi di un aggiornamento, anche per il necessario confronto con la legge di bilancio.
I problemi della scuola - Già prima della crisi le indagini nazionali e internazionali segnalavano la presenza, nel sistema educativo italiano, di interi territori caratterizzati da alti tassi di dispersione scolastica, bassi livelli di abilità e competenze soprattutto in campo matematico-tecnico-scientifico.
Il perdurare della pandemia ha fatto esplodere tutte le contraddizioni ed ha evidenziato le disuguaglianze e i divari infrastrutturali, sociali e di genere esistenti nel Paese.
La pandemia rappresenta contemporaneamente un grande rischio per la salute e per la tenuta socioeconomica ed una grande opportunità per dare nuovo cuore e nuova forza al Servizio sociosanitario regionale nel rispetto dei LEA.
La prevenzione, l’assistenza primaria, l’integrazione con il sociale sono il driver per dare nuovo cuore e nuova forza ad un Servizio sul quale due leggi regionali sperimentali hanno consolidato un modello con criticità rappresentate da mission e governance ospedalocentrica, concorrenza pubblico/privato, marginalizzazione della medicina territoriale. La pandemia ha accelerato ed aggravato le criticità di questo sistema: la debolezza della rete sanitaria territoriale e il disallineamento rispetto al Dlgs 502/92 con tematiche trattate in particolare dal recente rapporto AGENAS.
Gli errori nella gestione e trasmissione dei dati di controllo della pandemia, l’avvio carente della campagna vaccinale anti COVID-19, cui si associano le criticità della campagna di vaccinazione antinfluenzale, hanno evidenziato la debolezza della governance e della organizzazione della rete sanitaria territoriale e, quindi, la necessità di rapidi interventi di rafforzamento della governance stessa, e l’urgente istituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, per consentire la realizzazione di un efficace controllo della pandemia e di una efficace e tempestiva vaccinazione anti COVID-19 (interesse prioritario per una popolazione di 10 milioni di abitanti) utilizzando le numerose strutture sanitarie che già possiedono i requisiti previsti dalla DGR 1587/2005.
Ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020, il Ministero della Salute, tramite apposita cabina di regia, che coinvolge le Regioni/PP.AA. e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), raccoglie le informazioni necessarie per la classificazione del rischio e realizza una classificazione settimanale del livello di rischio di una trasmissione non controllata e non gestibile di SARS-CoV-2 nelle Regioni/PPAA.
Il monitoraggio prevede il calcolo di 16 indicatori obbligatori e, se disponibili nei dati, 5 indicatori opzionali tramite la raccolta di dati da numerosi flussi informativi.
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